Indebitamento: spia di allarme per il disagio delle famiglie a reddito fisso

Prima parte: risanamento debito: paga chi ha un reddito fisso

La ricchezza durante quest’arco di tempo non si è dileguata; i guadagni derivati dal lavoro e dalla pensione si sono ridotti, quelli variabili si sono adattati alla situazione scaricando in questo modo tutto il fardello sui primi, mentre i profitti si sono allungati senza che il sistema fiscale e politico riuscissero a svolgere un ruolo di intermediazione e di equilibrio tra le parti. In questo modo di anno in anno si è accresciuta e maggiormente concentrata la ricchezza solo nelle mani di pochi.

Solo tra il 2008 e il 2010 il valore medio di una famiglia italiana già ricca, è cresciuto di circa il 5%; mentre dal 1991 è aumentato di quasi il 56% in termini reali. Ciò significa che i ricchi sono divenuti ancora più ricchi, mentre i poveri tra i quali troviamo pensionati al minimo e pensionati sociali, sono divenuti maggiormente poveri. A nulla quindi è servito l’intervento dell’Istat che ha revisionato la soglia della povertà relativa rendendola più bassa; il consumo dei beni in continua diminuzione ci conferma che sono proprio le persone anziane che hanno dovuto stringere i denti.



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L’ indebitamento è un ulteriore spia di allarme per il disagio delle famiglie a reddito fisso.

Inoltre l' indebitamento è risultato maggiore tra le famiglie con un reddito medio/alto, il cui capo famiglia è un lavoratore indipendente o chi ha un elevato titolo di studio. È anche vero ricordare che la debolezza finanziaria, riguarda principalmente l’ 11,1% dei nuclei indebitati e si concentra sulle famiglie con redditi moderati. Ben il 24,3% di queste famiglie ha contratto debiti con intermediari finanziari per motivi non connessi con l’attività professionale; l’ 11,4% deve restituire i soldi per l’acquisto o la ristrutturazione della casa; il 12,4% utilizza questo finanziamento tramite la carta di credito; il 5,6% ricorre allo scoperto di conto corrente ed infine solo il 4,5% utilizza due o più tra queste varietà di debito.

Bonfanti fa osservare che non si è ancora riusciti a ridare la capacità di spesa alle famiglie in crisi, in particolar modo quelle con il reddito fisso, a questo punto non osserveremo nessun aumento della domanda interna e come conclusione ovvia non assisteremo ad alcuna ripresa dell’ economia.

L’unica aspettativa, arrivati a questo punto, rimane l’attuazione di un’ essenziale “fase 3” indetta dal Governo Monti, nella quale dovremo assistere al recupero dell’evasione fiscale, al dimezzamento netto dei costi per la politica e ovviamente alla riduzione dei privilegi diffusi a macchia d’olio tra i politici con successiva ridistribuzione ai meritevoli (“in termini di servizi attraverso il welfare e in termini di reddito attraverso il fisco” afferma Bonfanti).

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