Tassi variabili: guida sul tasso variabile presente nei contratti di finanziamento
TASSI DI INTERESSE VARIABILI
Capita a volte che lo stesso istituto di credito (banca o finanziaria) proponga ai propri clienti un finanziamento caratterizzato da un tasso variabile, proprio per sfruttare al meglio i tassi particolarmente vantaggiosi che attualmente si trovano ai minimi storici grazie all' avvento della crisi economica.
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Per prima cosa però bisogna considerare anche un fattore di rischio, difatti i tassi variabili a differenza dei tassi fissi variano in base all' andamento del mercato economico e quindi se il finanziamento è diluito nel tempo, c'è il rischio di incontrare degli sbalzi di percentuale non indifferenti che potrebbero mettere in crisi il cliente in quanto i tassi di interesse potrebbero addirittura diventare maggiori rispetto alla rata da pagare.
In alternativa, potrebbe addirittura capitare il contrario, cioè che i tassi diventino ancora più bassi, portando la rata a condizioni ancora più vantaggiose.
Questa tipologia di tasso è vantaggiosa però se ci si appresta a stipulare un contratto di finanziamento che non prevede un piano di ammortamento molto lungo.
Non tutti sanno anche che i tassi variabili al suo interno si dividono i due ulteriori tassi che subiscono anch' essi delle variazioni, il primo è il cosiddetto “tasso d' ingresso” che è in aggiunta nel primo periodo del piano di ammortamento e fornisce un' idea generale di convenienza al prestito in quanto l' importo è veramente basso, mentre il secondo viene denominato “tasso a regime” e costituisce il tasso reale che si andrà a pagare durante la parte centrale e conclusiva del piano di ammortamento ed è soggetto a variazione del mercato economico con tutte le conseguenze sopra descritte.
icordarsi quindi che è proprio questo il tasso da valutare attentamente al momento della stipula del contratto.
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