Mutui online: Guida mutuo sul Decreto legge

Decreto legge


Il decreto legge numero 185 presentato dal Governo il giorno 29 novembre del 2008 comprende provvedimenti anche per il settore dei mutui.


Difatti, l’ articolo numero 2 del decreto annuncia per il 2009 un tetto al
costo dei mutui a tasso non fisso, formato dal maggiore tra il tasso del 4% ed il tasso del mutuo al istante della stipula. L’ eventuale differenza sarà a carico dello Stato.


Come rende evidente il grafico, l’ effettivo beneficio avrà origine ovviamente dal momento e dalle condizioni di stipulazione del mutuo, poiché fra i vari mutui ci sussisteranno differenze nel valore dell’ Euribor e dello spread applicati.



Ad esempio, un mutuo avviato tra il 2003 e l’inizio del 2006, quando l’ Euribor era ai minimi (tra il 2,1% e il 2,5%), avrebbe la facoltà di godere del tasso massimo del 4% anche con uno spread notevole (fino a quasi l’ 1,9%). Mutui avviati in precedenza o successivamente, quando l’ Euribor possedeva valori più elevati, ancora in presenza di uno spread dell’ 1,20% avrebbero un tasso massimo più elevato del 4%.


Va anche detto che la quantità di mutui che sarà in grado di godere di questa difesa e il valore degli interessi risparmiati si diminuiranno sempre più man mano che i tassi andranno avanti a scendere. Da rammentare anche che il beneficio è limitato dal 2009.


Appare al momento plausibile che i tassi possano diminuire ancora considerevolmente riguardo al livello attuale, e un valore dell’ Euribor prossimo al 2% presenterà nulle o molto contenute le riduzioni di rata annunciate dal decreto, poiché già lo svolgimento dei tassi acconsentirà ai mutuatari di percepire la propria rata ridursi in maniera consistente riguardo ai massimi di pochi mesi fa.


[ADSENSE] La seconda innovazione importante fatta entrare dal decreto è quella che stabilisce l’ obbligo per le banche, ininterrottamente a inizio dal 2009, di concedere mutui a tasso variabile allacciati al tasso di riferimento della Banca Centrale Europea.


Si tratta di una variazione importante nel mercato dei mutui, perché s’ immette l’occasione di avere un tasso variabile certamente in misura minore esposto alle insicurezze del mercato e alle trasformazioni giornaliere, e quindi più stabile, prevedibile e con oscillazioni meno accentuate.


Le banche saranno capaci eventualmente di continuare a presentare anche tassi variabili indicizzati all’ Euribor, ma il decreto ordina che le differenti offerte dovranno essere “in linea”. I mutui a tasso variabile potrebbero essere perciò un’ utile facoltà di scelta per chi vuole mirare sul calo dei tassi, dato che l’ indicizzazione al tasso BCE (banca centrale Europea) potrebbe offrire di fatto un’ inferiore esposizione alle incertezze ed ai rischi di variazione periodica che hanno contraddistinto l’ Euribor negli ultimi diciotto mesi.


Il decreto è ancora adesso argomento di analisi e calcoli approssimativi, e le sue disposizioni potrebbero perciò ulteriormente mutare.


Per chi vorrà acquistare casa o servirsi della portabilità per modificare il proprio mutuo si spalancano nuovi scenari:




  • >   potrà godere di tassi prossimi ai minimi di mercato di pochi anni fa;

  • >   e sarà in grado di scegliere tra tassi fissi particolarmente contenuti;

  • >   e tassi variabili più stabili;

  • >   e anche prevedibili.

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